L’universo è cambiamento: la nostra vita è il risultato dei nostri pensieri
Marco Aurelio - imperatore romano
L’universo è cambiamento: la nostra vita è il risultato dei nostri pensieri
Marco Aurelio - imperatore romano
Ieri era il così chiamato Black Friday… il giorno della frenesia commerciale… dove tutto e tutti sono chiamati all’acquisto compulsivo. Anch’io sono uscito. Con questa motivazione: volevo comprare un po’ di cervelli da regalare il prossimo Natale… ma non sono stato in grado di trovarne uno… nessuno li vendeva ed una commessa carina e gentile mi ha confidato che oramai è un prodotto poco usato e molto probabilmente uscirà presto di produzione…
Peccato. Mi piaceva avere la possibilità di fare due chiacchiere con persone che avessero qualcosa in testa… mi dovrò abituare…
26-11-2021
Oggi è il tuo compleanno e ne sono felice, consapevole ed emozionato.
Felice nel vederti uomo. Consapevole del tuo essere così come sei. Emozionato come un padre si può emozionare mentre guarda orgoglioso, seduto in disparte, il proprio sangue scorrere in altre vene, prendere nuove direzioni e conquistare nuove mete.
Sei tutto quello che avrei voluto essere.
Sei l'unica ragione per cui ancora porto avanti le mie battaglie.
Ti voglio libero. Pulito.
Amato.
Ti chiedo di essere onesto. Prima con te stesso poi con l'universo
Da te pretendo rabbia contro le ingiustizie di tutti i giorni
e comprensione nei confronti dei miei limiti,
infinita pazienza con gli altri e tolleranza con i più deboli.
Ama tua madre, la tua arte e gli amici.
Risparmiati nei veleni ma goditi la vita.
Rispetta la natura e ama per sempre le tue donne e se mai diventerai padre, ama tuo figlio più di quanto sono stato capace di amarti io.
Auguri figlio mio. Buon Compleanno.
Ho bisogno di mare... Sempre!
In maniera costante... Continua...
Una necessità vitale... Una esigenza cresciuta nel tempo...
Il modo per misurarmi.
Ieri ho avuto occasione di andarci... E lì ho respirato.
E mi sono perso... E poi ritrovato...
I regali, quelli belli. Quelli preziosi...
Che gioia, che felicità, ricevere attenzioni inaspettate.
Nei giorni scorsi ho ricevuto un paio di pacchi da alcuni amici.
Persone differenti, ma che ognuna di loro mi conosce molto bene... e sa della mia passione per la natura e del mio luogo: "la Casetta".
Già la scorsa estate vi avevo accennato qualcosa a proposito di "regali belli" e inaspettati (cliccate QUI se non ricordate).
Poi a ottobre, vi ho raccontato del prezioso cadeau ricevuto dall'amico Domenico Di Genni (vedete QUI)...
Ora sono a ripetrmi di nuovo... Ma vi confesso che tutto ciò inizia a minare il mio già fragile stato emotivo...
Ma andiamo per gradi.
Il primo contiene una spilla "porta penne" da cappello, alcuni aculei di istrice e una serie di penne di fagiano...
Qualcuno potrebbe anche avere da ridire ma personalmente li trovo stupendi.
Il secondo pacco contiene due lastre per la cucina su pietra... la prima lastra è di ardesia ligure e l'altra, di pietra vulcanica.
A dir poco fantastiche!
Già mi viene l'acquolina in bocca... e non vedo l'ora di provarle...
Infine sabato, si è presentata al campo una terza persona... con una luce a pannello solare e un generatore praticamente mai usato...
Ma siete sicuri che io mi possa meritare tutte queste attenzioni? Io no... ma umilmente accetto.
Intanto... grazie mille, amici.
Grazie a Castel, a Marco e a Claudio.
Ieri, come molti lettori sanno, sono stato dall'oncologo per l'esame di controllo.
Fortunatamente il percorso iniziato oramai due anni fa (era ottobre 2019 quando mi venne dianosticato il tumore), sta vedendo una evoluzione in positivo.
La strada è ancora lunga ma c'è una inversione di tendenza...
Nei prossimi tre mesi alcuni esami di routine e poi un monitoraggio continuo e costante sperando di arrivare alla totale risoluzione del problema.
Sono felice. Strafelice!
Ma il mio pensiero va comunque a chi non ce la fatta e a chi continua a lottare.
Ieri, entrare in quella sala d'aspetto e guardare quei volti, in attesa di sottoporsi alla terapia è stato pesante.
La mente ha iniziato a vagare e ricordare.
Sguardi persi, alcuni speranzosi, altri terrorizzati. Ed esattamente un anno fa anch'io ero lì per sottopormi alle sedute di radioterapia... Sicuramente anch'io con lo stesso sguardo, le stesse tensioni, le stesse paure.
Sono passato a salutare i terapisti... Ho chiesto di tizio, di caio... Di quella ragazza che...
Confesso che tutto il giorno sono stato turbato.
Felice e turbato.
Ma oggi è un altro giorno e bisogna vivere!
Passerò una giornata in campagna. Ne ho bisogno.
Voglio respirare aria pura e pulita, sentire suoni dolci e lievi e non pensare a niente.
Mentre alcuni di voi starannno leggendo queste righe, io sarò a fare la mia ennesima visita con l'oncologo.
Questa volta però, vado più rilassato, più sereno. Più sereno di tante altre...
E non solo perchè le ultime analisi stanno danno segnali sempre più positivi. Ma perchè ho la convinzione che l'uomo si abitua a tutto.
Ci si abitua alla fame, alla rassegnazione, al vuoto lasciato dalle persone che non ci sono più, al freddo e incredibilmente anche all'attesa, all'ansia, alla paura, alla malattia...
In una sorta di dannata assuefazione.
Mentre alcuni starannno leggendo queste righe, io sarò a fare la mia ennesima visita con l'oncologo.
E sicuramente domani, sarò qui a raccontarvi ancora una volta di bellezza, di natura, di opere d'arte, di musica, di poesia, di mare, di libri e di vento. Tanto vento.
Questa è la mia vita. Questa la mia terapia
Chi mi conosce sa.
Chi non mi conosce giudica.
Chi pensa di sapere tutto su di me si illude.
Per vedere ciò che pochi hanno visto, dovete andare dove pochi sono andati.
Buddha
Buon compleanno Blog...
Quando ho aperto questo blog sapevo che avrei dovuto combattere contro demoni e fantasmi.
Non sapevo quanti però. Né quante cicatrici mi sarebbero rimaste addosso.
Ma un anno è già trascorso.
Un anno...
Già un anno... Un anno terribile, che vorrei dimenticare ma non riesco.
E forse, non voglio.
Un anno che lascerà inevitabilmente un vuoto.
Incolmabile.
Un anno passato in un circo, su un trapezio...
In un continuo su e giù, giù e su.
In alto ed in basso... In un tourbillon vorticoso... Senza sosta, senza tregua, fatto di lacrime e pensieri strani.
Con pochi sprazzi di luce.
Pagine bianche che ho riempito con sfoghi, grida, carezze, pensieri, lacrime, note musicali, arte, natura...
Pagine bianche che non ho voluto lasciare bianche.
A costo di violentarmi.
Che ho colmato con pensieri sparsi, riflessioni. A volte cazzate.
A volte cose banali, altre non.
Quando ho aperto questo blog sapevo che avrei dovuto combattere contro demoni e fantasmi.
Non sapevo quanti però. Ma un anno è già trascorso.
Un anno passato inevitabilmente costretto a sorridere e, addirittura in alcuni casi, a dover far finta di gioire.
Solo per gli altri però.
Non certo per me.
Un anno passato su di un palcoscenico che va stretto.
Anzi strettissimo.
Un anno che mi ha cambiato. Ha cambiato la mia prospettiva, le mie priorità.
Un anno che vorrei cancellare. Non avere vissuto.
Dove il rifugio è stato cercare qualcosa che non esiste. Che non c'è.
O meglio, che non c'è più...
Un anno passato a scrivere. Ad ascoltare musica. A guardare la natura.
A cercare il vento sul viso.
Ad annusare l'aria. Cercare il sale. Rincorrere il sole, il mare.
E provare a non pensare.
Un anno dove neanche l'arte, amante e amica preziosa di sempre, non è riuscita a darmi sempre il sollievo cercato.
Quando ho aperto questo blog sapevo che avrei dovuto combattere contro demoni e fantasmi.
Non sapevo quanti però. Ma un anno è già trascorso.
Archiviato il fine settimana di Artimino, conclusosi con grande soddisfazione e altrettanta stanchezza, ho sentito immediatamente l'esigenza di "ricaricare le batterie" in assoluta serenità e tranquillità.
E quindi mi sono letteralmente rifugiato alla "Casetta".
Senza rumori di fondo (se non quelli della natura), pressioni e lancette dell'orologio a scandire il tempo.
Ho fatto comunque questa "fuga" con non poca preoccupazione.
Non sapevo cosa mi sarei ritrovato davanti. Nei giorni scorsi, a San Miniato, c'è stata una simil tempesta d'acqua e vento. Si, l'oramai classica "bomba metereologica" di cui si sente, ahimé troppo spesso parlare...
Fortunatamente nessun danno né in città né in campagna, a parte alcune tegole di vecchie abitazioni siano cadute, così come antenne, parabole e vecchie grondaie...
Alla Casetta nulla... Nessun danno...
E quindi mi sono goduto questo momento tutto mio... Ho suonato, respirato, osservato le tracce dei cinghiali che sono passati da lì e ascoltato il canto degli uccellini...
Ho vissuto.
P.S. Alcuni di voi mi stanno chiedendo con frequente assiduità di "raccontarvi" qualcosa in più di questo luogo... Ci sto pensando e qualche idea l'ho avuta... rimanete sintonizzati
A volte, basta dare il via e parole frivole diventano profonde riflessioni… dipende sempre dall’interlocutore…
...SONO I REDENTORI COLORO CHE MI DISTURBANO DI PIU'...
Mamma mia quanta verità! Bravo Corto e ancora più bravo Hugo!
"Una ballata per la Signora delle Vigne"
Dolce Signora delle vigne, dove sei?
Te ne sei andata senza riempire di nuovo il mio calice.
Lasciandolo arido, vuoto.
I filari di nuovo ingialliscono.
Di nuovo mi stupiscono, ma il calice è oramai vuoto.
Una nuova vendemmia. Uno nuovo "vinnovo" ma nulla sarà mai più nuovo.
Dolce Signora delle vigne, dove sei?
Dalla finestra del tuo castello vedevi il Castello.
Vedevi i filari.
Ora cosa vedi? Dimmelo.
E ti prego, riempi di nuovo il mio calice. Ho sete.
Ho bisogno ancora del tuo nettare.
Dolce Signora delle vigne, dove sei?
Sono vuoto come il mio calice. Asciutto come il mio calice.
Fragile come il mio calice.
Dolce Signora delle vigne, dove sei?
Finalmente è arrivata.
Era da troppo tempo che la terra la chiamava, la desiderava...
E finalmente ieri è arrivata. Lei, la pioggia!
Pioggia benedetta. Un toccasana per la natura che da troppo tempo soffriva la sete. Che sgorga copiosa e nutriente da quelle nuvole così cariche da sembrare enormi seni gonfi di latte.
Ed è arrivata in maniera dolce. Perfetta.
Prima leggera, poi intensa... per poi offrire una tregua.
Giusto il tempo per far sì che la terra potesse assorbirne l'eccesso. Senza traumi, senza danni. Come in altri luoghi, altre volte ha fatto! Questa volta no. E' stata una buona pioggia. Una brava pioggia.
Per una terra oramai resa troppo dura dalla siccità, la giusta medicina. E poi... all'improvviso ancora. E poi ancora e ancora. Pioggia. Una magnifica acqua dal cielo...
Prima forte, scrosciante. E poi di nuovo una tregua, con il sole che si affaccia, reso ancora più accecante in questo gioco fra luci e ombre... E poi vento. Forte. Presente.
Di quelli che ti avvolge. Che ti scuote. Che ti rigenera.
Di quelli che sembra ti voglia portare via con sé... Di quelli che pulisce dentro e ti fa sentire il sapore della vita nei polmoni.
Che pulisce il cielo, l'anima, che spazza via i brutti pensieri e fa posto ai ricordi, quelli belli. Vento che ti parla, ti urla.
E poi, come testamento, il profumo di una terra bagnata. Il profumo di umido, di muschio... finalmente d'autunno.