E' proprio vero che siamo tutti condizionati dalle sollecitazioni che ci arrivano dall'esterno o che peggio, subiamo involontariamente.
Ammettiamolo, cucina, cibo, bevande e alcolici sono diventati argomenti di conversazione quotidiana.
Mai come negli ultimi anni la cucina è diventata motivo di dialogo, pretesto di scambio di opinioni e veicolo di orgoglio personale quando il soggeto in questione ha qualche capicità nell'arte dello "spadellamento".
Dalle trasmissioni televisive a quelle radiofoniche con le innumerevoli interviste a chef pluristellati, passando per i vari master di qui e master di là, incappando nelle performance culinarie della casalinga "de noartri", siamo diventati tutti esperti e critici gastronomici. Per non parlare poi dei tour organizzati alla scoperta dei vari ristoranti, ristorantini, taverne e osterie.
Ovviamente anch'io non ne esco incolume!
Ho però, a mia discolpa un alibi di ferro!
Chi mi conosce sa che ho sempre amato mangiare e per fortuna, anche cucinare. Fin da quando il piatto meglio riuscito dei miei compagni di campeggio era la scatoletta di carne o la "mitica pasta al tonno", io mi deliziavo a spadellare per tutti... Invecchiando poi, le capacità e soprattutto gli investimenti sulle materie prime, mi hanno permesso di organizzare ottime cenette.
Perchè questa lunga filippica enogastronomica? Perchè è bastato qualche giorno fa, pubblicare un'immagine di un mio semplice piatto (freddo per giunta) per scatenare una raffica di domande e curiosità. E allora eccomi qui. Dato che più di una volta abbiamo detto, o almeno sentito dire, che: "Saper cucinare? Anche quella è un'arte", vi racconterò un po' delle mie sperimentazioni ai fornelli. Non prima però di avervi fornito il solito consiglio letterario.
Il volume in questione è un libro vecchio come Matusalemme. Edito la prima volta nel 1891 da "L'Arte della Stampa", di Salvadore Landi. Avete intuito di cosa sto parlando? Ma dell'insostituibile "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" di Pellegrino Artusi (https://amzn.to/2XGq1sw)!
Ancora oggi un testo per me fondamentale, dove i piatti sono spiegati bene, in maniera chiara ed esaustiva. Dove le fotografie sono sostituite dai consigli e dai concetti. Un vademecum che dovrebbe trovare spazio in ogni cucina italiana!
Ma arriviamo al mio suggerimento...
Un piatto semplice da fare con estrema facilità:
Prima dell'impiattamento e del pane abbrustolito |
Linguine vongole e arselle con botarga e alici...
Chi non le sa fare?
Inutile dirvi pentola, acqua, poco sale ect. ect.
E' importante invece che prendiate le vostre vongole e le vostre arselle e le lasciate per qualche ora in un recipiente a spurgare gli eventuali residui di sabbia, con acqua e sale.
Prendete una padella abbastanza larga, tagliate a piccolissimi pezzi dell'aglio e fatelo rosolare in abbondante olio d'oliva insieme a due/tre filetti di alici sott'olio che lentamente si scioglieranno. Aggiungete a piacere un pizzico di peperoncino. Versate i gusci e coprite un paio di minuti. Una volta aperti, togliete il coperchio e con fiamma vivace sfumate con del vino bianco.
A parte preparate un trito di prezzemolo fresco e macinate la bottarga.
Fate tostare del pane grattato in una padella antiaderente con un po' di sale (magari affumicato, quello in foto è quello che uso io... fantastico!) e aglio in polvere o macinato. Una volta abbrustolito, spegnete e mettete da parte.
Alla cottura, scolate le linguine grossolanamente (lasciando un po' di acqua di cottuta) e versatele nella padella con fuoco alto. Saltate e unite il prezzemolo, la bottarga e saltate ancora. Una volta impiattate, fate cadere a pioggia il pane abbrustolito. Servite con un filo d'olio crudo aromatizzato alla colatura di alici... e... Buona appetito.
P.S. esistono mille variazioni sul tema... ognuno la fa come gli pare... a me piace farla così... e ho notato che anche i miei commensali gradiscono.
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