martedì 22 dicembre 2020

La poetessa del rock continua a sputare...

Queste poche riflessioni le ho scritte a inizio novembre, quando passavo le mattine in sala d'attesa ad aspettare di fare il trattamento radioterapico. Chi mi segue su FB le avrà già lette lì ma come ho già scritto in altre occasioni simili a questa, mi va di condividerle anche su queste pagine...
Buona lettura...
 


 

5 novembre 2020

Il tempo delle lunghe camminate sui viali colmi di promesse è finito.

Anche se la poetessa del rock continua a sputare sul palco, quel tempo è finito.

Le visioni notturne si sovrappongono ai pensieri lucidi e terribili dell’insonnia.




Magari potessi ancora sognare di viaggi senza meta, fuochi accesi e stanche membra consumate da chilometri e chilometri mangiati sull’asfalto. Godere di vibrazioni che continuano per ore anche dopo essere sceso di sella e di pelle che sa di gas di scarico. E della polvere che cerchia gli occhi e ti fa starnutire.

Ora il pensiero non è lì.

È da un’altra parte.

Lungo una via ancora più tortuosa.

Eppure, se ho il coraggio di fermarmi un attimo a riflettere, trovo che ci siano ancora tante cose irrisolte, tanti libri da leggere e altrettanti vini da assaggiare. E molti, tanti, anzi, altri mille viaggi da fare.

Mentre scrivo la luce al neon di questa sala d’aspetto ha iniziato a tremare.

Buffo!

Lei che è testimone di infinti tremori vissuti e subiti dai tanti, troppi pazienti che in questo luogo hanno giocato a dadi la loro partita con il destino... ora è lei a tremare... Tutto questo è ridicolo, è paradossale, è surreale.

Lei non ha nulla da tremare! C’est la vie!

Siamo noi a doverlo fare. Siamo noi ad averne diritto!

Intanto, la poetessa del rock ora ha intonato “Gloria (In excelsis Deo)” e continua a sputare... Ed io, io non tremo più.


 https://www.youtube.com/watch?v=2ZdZApApS58



 

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