5 novembre 2020
Il tempo delle lunghe camminate sui viali colmi di promesse è finito.
Anche se la poetessa del rock continua a sputare sul palco, quel tempo è finito.
Le visioni notturne si sovrappongono ai pensieri lucidi e terribili dell’insonnia.
Magari potessi ancora sognare di viaggi senza meta, fuochi accesi e stanche membra consumate da chilometri e chilometri mangiati sull’asfalto. Godere di vibrazioni che continuano per ore anche dopo essere sceso di sella e di pelle che sa di gas di scarico. E della polvere che cerchia gli occhi e ti fa starnutire.
Ora il pensiero non è lì.
È da un’altra parte.
Lungo una via ancora più tortuosa.
Eppure, se ho il coraggio di fermarmi un attimo a riflettere, trovo che ci siano ancora tante cose irrisolte, tanti libri da leggere e altrettanti vini da assaggiare. E molti, tanti, anzi, altri mille viaggi da fare.
Mentre scrivo la luce al neon di questa sala d’aspetto ha iniziato a tremare.
Buffo!
Lei che è testimone di infinti tremori vissuti e subiti dai tanti, troppi pazienti che in questo luogo hanno giocato a dadi la loro partita con il destino... ora è lei a tremare... Tutto questo è ridicolo, è paradossale, è surreale.
Lei non ha nulla da tremare! C’est la vie!
Siamo noi a doverlo fare. Siamo noi ad averne diritto!
Intanto, la poetessa del rock ora ha intonato “Gloria (In excelsis Deo)” e continua a sputare... Ed io, io non tremo più.
https://www.youtube.com/watch?v=2ZdZApApS58
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