lunedì 7 dicembre 2020

Alberto Burri e San Miniato

 


Abito a San Miniato, in provincia di Pisa, dal 1995. 

L'anno che ho fondato e aperto insieme a i miei soci, Casa d'Arte San Lorenzo

San Miniato è il classico Borgo di origine medievale del centro Italia.

Oggi, nonostante gli sforzi (secondo me pochi) da parte dell'amministrazione per cercare di mantenere l'aura di "antico" e di nevralgico centro culturale, di fatto è il promontorio/appendice di una tra le più importanti realtà industriali e manifatturiere legate al comparto conciario. 

Con tutti i pro e i contro. 

Dove la cultura è relegata a poche e rare manifestazioni nazional/popolari e troppo spesso usata solo come slogan politico/propagandistico come: "San Miniato città di Arte e di Cultura". 

Dove la parola Arte viene spesso utilizzata per sostenere dubbie attività di pseudo artisti locali.

 Famosa per aver dato i natali a Francesco Sforza, il signore di Milano, la Rocca di Federico Barbarossa, i natali ai fratelli Taviani,il tartufo bianco e... il Dramma Popolare. 

Dal 1947, infatti, ogni luglio i palazzi storici, le chiese e le piazze di San Miniato ospitano il DRAMMA POPOLARE il più antico festival teatrale d'Italia. 

Su questi palcoscenici sono passati i più grandi attori italiani, i più affermati registi e una schiera di scenografi di eccellenza.

Fra questi, nel 1969 Alberto Burri, che realizzò i costumi ed i fondali scenografici per la rappresenzione "L'avventura di un povero cristiano" di Ignazio Silone.


Con la regia di Valerio Zurlini e come protagonista un giovane Giancarlo Giannini, fu la prima nazionale di questa kermesse teatrale tratta dallo scritto, edito l'anno precedente, dell'autore abruzzese.


Di questi pannelli scenografici - oggi potrebbero valere cifre importanti e reggere da soli il corpus centrale di un museo locale -  non se ne conosce il destino. I bozzetti originali sono conservati alla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello ma di quelle scenografie non si sa più nulla...


Sarebbe bello un giorno, fare una ricerca "incrociata" sul destino di queste opere, perchè di fatto sono opere d'arte a tutti gli effetti, e capire davvero che fine hanno fatto e sedare così ogni dubbio. 
Perse o non perse? Gettate o non gettate? Trafugate o non trafugate?
 
Sinceramente mi farebbe più felice pensare che almeno ci sia al mondo qualcuno che se le stia godendo piuttosto di immaginare due capolavori di questa importanza, gettati o smarriti come un qualsiasi canovaccio da cucina... Ma ahimé, la cosa non mi meraviglierebbe più di tanto!
 
Lo scopriremo, forse, solo vivendo... forse. 

Le immagini della scenografia di Burri sono state prese dalla rete e appartengono all'archivio della Fondazione Istituto Dramma Popolare 

2 commenti:

  1. Ci ho provato con l'amministratore di allora a ricostruire la storia dei fondali, recuperati al tempo dal teatro stabile dell'Abruzzo per future repliche dello spettacolo. Stiamo lavorando proprio in questi giorni all'archivio. Conto di trovare qualche traccia nella corrispondenza dell'allora direttore artistico. Sarebbe veramente interessante riuscire a trovarne traccia. Che dici? Appena ci sbloccano andiamo a Città di Castello? Angelita

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