Adoro fare la spesa.
Forse perché adoro cucinare... e... anche mangiare, ahimè. La bilancia, facendo il suo lavoro, me lo ricorda inesorabilmente ogni mattina.
Fare la spesa, dicevo, che sia in una piccola bottega o al supermercato, è per me motivo di scoperta, illuminazione ed incontri.
In settimana ne ho avuto uno speciale. Un incontro di sguardi. Di quelli belli, sinceri, complici. Ero al centro commerciale. In tempo di COVID cerco di andarci proprio per lo stretto necessario. Nelle mie condizioni ci manca solo di contrarre il virus. Stavo scegliendo alcuni prodotti.
Con la coda dell’occhio vedo, aldilà delle corsie, una chioma grigio perla. Non può che essere lei: Angela.
Siamo “amici” sui social, ma non è una mia amica. La conosco si, abbiamo più volte scambiato chiacchiere e opinioni. Ma non siamo amici.
Per me la parola Amicizia è una di quelle che va misurata. Conquistata.
È certo però, che in un paese di 2500 anime è forse più facile incrociarsi e incontrarsi che in una città. Qui le occasioni sono molte di più.
Condividiamo gli stessi gusti musicali. L’ho scoperto da fb. Forse perché siamo all’incirca coetanei. Insieme abbiamo anche condiviso alcune iniziative benefiche. Lei per una Associazione io per un’altra. È certamente una donna estremamente piacevole.
Al di sopra degli scaffali e delle mercanzie i nostri sguardi si incrociano. Lei sa della mia condizione. Della mia malattia. Lo ha scoperto immagino da fb.
I suoi occhi, sorridono. E pur indossando la mascherina, percepisco anche il suo sorriso celato, nascosto, mutilato dal sottile lembo di stoffa. Ricambio come faccio sempre a chi mi sorride. Anche quando non ne ho voglia perché annuso odore di circostanza.
Ma al contrario di altri, il suo sguardo silenzioso non è compassionevole anzi, è di stimolo, di sprono.
Non una parola ma i suoi occhi sembrano urlare “combatti, non mollare! Vai, spaccagli il culo!”. E mi arriva. Cazzo se mi arriva! Arriva tutto!
Grazie Angela. Grazie amica mia... ora posso.
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