domenica 22 novembre 2020

Ho sempre amato leggere...

 

Ho sempre amato leggere...

È una delle mie passioni. Mi piace farlo però, in maniera “vera”. 

In che senso? Nel senso che ho bisogno del libro. 

Anche oggi, che la tecnologia mette a disposizione mille modi per farlo, io non riesco a privarmi dell’oggetto “libro”. 

Del suo profumo, il suo peso, il suo rumore. 

Sono riuscito a rinunciare al giornale, al quotidiano ma al libro no. Non ci riesco.

Con tutti i pro ed i contro: dalla gestione dello stesso, perché una volta comprato non riesco più a separarmene, fino ad arrivare all’aspetto finanziario che, tutto sommato, in fondo all'anno risulta un capitolo importante del mio bilancio economico. 

E di conseguenza anche l’accumulo "patologico" di centinaia e centinaia di volumi, è un'altra cosa della quale non riesco a privarmi.

Negli ultimi anni l’interesse è “caduto” prevalentemente su pubblicazioni tematiche, riguardanti il mondo dell’arte. 

Pochi romanzi, e ahimè, poca poesia e tanti, tanti approfondimenti sempre riguardanti lo stesso argomento. 

Ma in questi mesi di “pensieri strani e malati” legati alla situazione sia generale che personale, ho rispolverato, e di conseguenza riletto, alcuni libri che mi hanno accompagnato in ogni mio girovagare. 

Libri accumulati nel corso della vita e dai quali non mi sono mai più separato... Perennemente presenti sui tanti comodini che hanno fatto da cornice al mio sonno. 

Alcuni letti una volta e tenuti lì come “amuleto”, come "talismano", per il resto dei giorni. Altri di cui ogni tanto sento la necessità di aprire, sfogliare e leggere. 

Non tutto necessariamente, a volte è sufficiente poche pagine se non addirittura poche righe. 

Molti di questi appartengono al periodo della mia adolescenza. Volumi che ritengo essere la mia “università“ privata. Altri scoperti con il passare del tempo. 

Appartengono alla prima categoria alcuni classici comuni a molti: da Siddharta di Hesse a Il Gabbiano Jonathan Livingston di Bach, da Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry a L'occhio del Lupo di Pennac, da Il Profeta di Gibran a Vita con gli orsi di Leslie, a tutto Corto Maltese di Hugo Pratt passando per i fumetti della coppia Magnus & Bunker.

E poi, altri "classici" come: Seppellite il mio cuore a Wounded Knee di Dee Brown, Lo zen e la manutenzione della motocicletta di Pirsing, Storie di ordinaria Follia di Bukowski, On the road di Kerouac, tutto Calvino, I fiori del male di Baudelaire, Lettera sulla felicità di Epicuro, le Poesie di Arthur Rimbaud e molti altri ancora...

...e poi tutti quelli che si sono aggiunti nel corso degli anni. 

Oramai tanti... 

Penso che negli ultimi quarant'anni non sia passato giorno senza che i miei occhi non si siano posati su una riga, che le mie dita non abbiano sfogliato una pagina.

Cosa sarebbe stata la mia vita senza la letteratura, la poesia, l'invenzione di un pensiero scritto?

Quanti viaggi in meno avrei fatto? Quante lacrime in meno avrei versato? Quante avventure in meno avrei vissuto?

Quanto più povero sarei stato? Quanto meno libero?


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