mercoledì 18 novembre 2020

La mia fede. Il mio Credo



La mia Fede. Il mio Credo.

Più di una volta mi è venuta la tentazione di affidarmi a un Dio. 

Uno qualsiasi. Ma non c’è l’ho fatta... Nonostante la mia vita sia stata costellata di incontri meravigliosi con donne e uomini di fede. 

Sono nato e cresciuto in una famiglia a suo modo credente. Le elementari le ho fatte dalle suore: Le Mantellate. Ed il ricordo che ho di Suor Letizia, la mia maestra di allora - che so ogni tanto leggermi - è ancora, a distanza di anni, pieno di affetto e riconoscenza. Non posso dire altrettanto dell’esperienza fatta dai preti in prima media, allo Zaccaria di Milano. Ma questa è un’altra storia. 

Comunque, vi stavo dicendo, di non essere mai riuscito, se non da bambino, a coltivare la fede in una religione specifica, pur riconoscendomi da sempre, un essere spirituale. 

Sono consapevole che l’atto della creazione in se ha un che di miracoloso pari a quello della morte, ma non credo in quella letteratura religiosa scritta dagli uomini. 

Pur essendo attratto e incuriosito da tutto ciò che concerne fede e religione, non ci riesco. Nonostante abbia un mio credo.

Ho letto la Bibbia ed i Vangeli, il Corano e molti volumi sulle discipline orientali. Ho letto il Bhagavad Gita, Sant’Agostino e Edouard Shuré, René Guénon e San Francesco. Ma non riesco. Confesso che in certi momenti ho anche cercato conforto in una fede, una qualsiasi ma anche lì non ci sono riuscito. 

E come molti mi sono ricordato di una esistenza di un Dio solo nei momenti di bisogno. Di questo mi rammarico! 

Credo nella natura, nella bellezza, nell’amore, nel sorriso, nell’armonia, nella buona azione, nella solidarietà e sono riconoscente a tutte le religioni perché senza un credo, una fede, l’arte non sarebbe mai esistita. 

Ma non invitatemi a credere in una giustizia divina... se esistesse non ci sarebbero padri che sopravvivono ai figli, violenze che ogni giorno siamo obbligati a vivere direttamente o indirettamente e la troppa sofferenza di cui spesso siamo semplici testimoni impotenti... 

E soprattutto, non invitatemi a credere in un giudizio divino! 

Già ho il mio bel da fare con il mio e quello di chi mi sta a fianco... non ne ho bisogno di altri. E se un giorno, un Dio, uno qualsiasi, dovesse palesarsi, avrei tanti, troppi perché a cui manca una risposta. Una risposta che non ho trovato nella fede, negli uomini, nelle cose.

 Nemmeno nella malattia e men che non si dica, nella felicità. 

Forse è proprio per questo che quel Dio, non si mostra. 

Neanche Lui saprebbe darmi le risposte alle mille domande che mi pongo ogni giorno. 

Lo so, morirò con i miei dubbi e le mie perplessità.

E fino a quel giorno, continuerò a vedere la divinità in un albero, in un tramonto, nel silenzio di una cima innevata, nel sorriso di un bambino, nel sibilo del vento, nel seno di una donna, nelle mani di chi lavora, nel calore del fuoco e nel volo di un gabbiano.

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